Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, e nella tua azienda. Fai la tua rivoluzione.


Se esistesse una macchina del tempo forse non saremmo in grado di adattarci al cambiamento ma, per qualche riga, facciamo finta sia così. Ripercorriamo gli anni, i secoli e catapultiamoci nel 1870: era allora che incominciava la Seconda Rivoluzione Industriale (per la Prima avremmo dovuto fare più strada).


In quegli anni vennero introdotti per la prima volta l’elettricità, i prodotti chimici ed il petrolio. L’avvento della macchina comportò un radicale cambiamento nel sistema produttivo, economico e sociale. Infatti, nacquero la classe operaia e la figura del proprietario della fabbrica, il nostro attuale imprenditore, che mirava a incrementare i profitti dell’attività.


Si utilizza il termine “rivoluzione” per indicare una rottura, un cambiamento. Il sistema produttivo che è seguito alla rivoluzione industriale è stato radicalmente differente rispetto a quello precedente.

Da allora, l’evoluzione industriale e tecnologica non si è più arrestata. Quindi, ripercorriamo quel sentiero temporale che ci ha condotti nel passato, per tornare al nostro presente.


Vi è piaciuto il viaggio? Bene, allora proseguiamo.


Ragionandoci su, anche noi abbiamo vissuto una Rivoluzione, non credete? Quando nel 2019 sul mondo si è affacciato il Covid-19 abbiamo vissuto un’evoluzione radicale, a dirla tutta, epocale. Non abbiamo nulla da invidiare dunque ai proprietari di una fabbrica ottocentesca: sappiamo cosa è il cambiamento.


La nostra fortuna è quella di vivere nel 2021, anno durante il quale il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) ci offre il Piano di Transizione 4.0, nell’ambito del quale sono stati stanziati 4,48 miliardi di euro, grazie al PNRR: Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’ obiettivo è quello di favorire ed accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale, rilanciando il ciclo di investimenti che è stato penalizzato dall’emergenza nata in seguito al Covid-19.


Si tratta di un credito di imposta di cui si può usufruire direttamente nell’anno dell’investimento e al quale possono accedere tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, indipendentemente dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale, persino le imprese che non generano Utili. L’agevolazione è divisa in tre quote annuali di pari importo.


Il credito di imposta si applica ai beni materiali: macchine, attrezzature (pari al 10% del valore del bene acquistato) ed ai beni immateriali: software, sistemi (pari al 20% del valore del bene acquistato). Inoltre, prevede anche la possibilità di acquistare i beni in leasing. Per richiederlo bisogna effettuare una richiesta al MISE.


Sicuramente, se c’è una cosa che accomuna il proprietario di una fabbrica ottocentesca ed un imprenditore del ventunesimo secolo è la volontà di far crescere la propria attività. Però, nel passato non si conoscevano ancora tante cose. Oggi, che siamo tecnologicamente evoluti, possiamo affidarci a macchinari e software che semplificano il lavoro aziendale, rendendo più soddisfatti i nostri dipendenti e soprattutto i nostri clienti.


Le PMI possono usufruire del credito di imposta per investire nell’acquisto di software in cloud, al fine di migliorare dall’interno i propri sistemi aziendali e riuscire ad ottenere un cambiamento positivo anche per i propri clienti. Perciò, se si impara dal passato, impariamo a guardare al futuro, sfruttando le opportunità che ci offre il presente. Crediamo nella nostra rivoluzione.

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